Andrea Bambi: notizie riguardanti il duomo di Firenze tra 1558 e 1589

Nel manoscritto sulle informazioni comunicate al padre Giuseppe Richa per compilare le Notizie istoriche delle chiese fiorentine divise ne’ suoi quartieri stampate in dieci volumi dal 1754 al 1762 dalla tipografia Viviani, si trova, di mano ancora di Andrea Bambi (v. articolo precedente riguardante Montesenario), un foglio con su segnato un elenco di fatti avvenuti a Santa Maria del Fiore, la cattedrale.
Il testo ricorda ricorrenze, celebrazioni, e un po’ di cronaca nera’, come succedeva anche allora. Alcune notizie sono riportate anche da Cronica della città di Firenze (1548-1652) in “Storie dei municipi italiani” di C. Morbio, Milano 1838, vol. III e nel Diario di Agostino Lapini dal 252 al 1596.

Questo il testo del Bambi (in corsivo le nostre annotazioni):

"Ricordi del Duomo di Firenze.
A 6 agosto 1558. Un lucchese in Santa Maria del Fiore dette una pugnalata nella gola a un altro lucchese, ma non morì, restò il vespro e fu in domenica. Il delinquente fu preso e il giorno seguente fu impiccato su la piazza di San Giovanni.
[Si applicava, all’occorrenza, la pena di morte nel luogo dove era avvenuto il delitto, a monito per altri malintenzionati. Un esempio, tratto dal diario di Giuliano dei Ricci, fu un giovane orafo falsario impiccato sul Ponte Vecchio nel 1606].

A 2 settembre. Si ribenedisse la chiesa del duomo per mano del vescovo Serristori suffraganeo della diogesi fiorentina [Ludovico Serristori vescovo di Bitetto? La chiesa era stata ‘polluta’, cioè contaminata - profanata dal delitto e perciò ribenedetta].

25 maggio 1560, giorno di San Zanobi. Suonò tutto il giorno le campane e si guardò alla festa per bando e fu la prima volta [il 25 maggio era la data della morte, avvenuta nel V secolo, del santo vescovo Zanobi, compatrono della diocesi di Firenze].

A 24 giugno 1564. Si fece su la piazza di San Giovanni la caccia del toro, il quale fuggì e ammazzò tre huomini.
[La ‘corrida’, che pure provocava un certo numero di morti, fu uno degli spettacoli più apprezzati in Italia e a Firenze fu connessa alle feste del patrono San Giovanni].

A 8 luglio 1565. Si cominciò a imbiancare Santa Maria del Fiore essendo stata prima sempre rossa.

A 10 settembre [sic, dicembre] 1569. Venne in Firenze il cardinale Alessandro [in realtà il cardinale alessandrino, cioè Michele Bonelli di Alessandria, † 1598], il quale portò un breve, come papa Pio quinto aveva dichiarato gran duca di Toscana Cosimo Medici e si fecero per tal nuova grandissime feste.

A dì 13 detto [dicembre]. Si cantò la messa dello Spirito Santo in duomo e si fecero le funzioni dal detto cardinale dal quale si sentì ad alta voce nominare Cosimo Medici gran duca di Toscana e gli messe in capo la coruna reale. S’intagliò in marmo un epitaffio che diceva “Cosimo Medici gran duca di Toscana” e fu messo nel ponte a Santa Trinita [che era stato rifatto quell’anno].

21 aprile 1570. Cascò una saetta sopra la cupola del d
uomo e fece moltissimo danno perché passò fino in chiesa e si disse che ciò seguì per i gran peccati che si faceva.

2 novembre 1570 a ore 11. Fu uno stranissimo tempo e caddero due fulmini sopra la cupola del duomo e fecero grandissima rovina di marmi uno de’ quali di libbre ottocento cascò sul canto di via de’ Martelli dove stava di bottega uno scarpellino.

| A 17 aprile 1587. Venne in Firenze il duca di Mantova e per ciò furono fatte bellissime feste, e tra l’altre fu fatta la caccia del toro su la piazza di San Giovanni, il quale scappò e dietro a Santa Maria Novella ammazzò un povero sacerdote.
[Vincenzo Gonzaga, che aveva sposato Eleonora ed era genero del granduca Francesco, giunse in Toscana il 4 aprile per la strada di Marradi con “15 cavalli da vettura”].

A 29 giugnio. Fu scoperta l’arme del papa Leone de’ Medici nel palazzo dell’arcivescovado di Firenze da il canto alla Paglia [papa dal 1513 al 1521].

A 20 aprile 1588 in sabato. Si scoprì quella bellissima testa di Giesù Cristo in cul canto de’ Cerretani, vicino al canto alla Paglia, fatta fare da i Cerretani, e fu fatta di mano del Caccini [Giovanni Battista] quale aveva anni 28 ed ebbe di fattura ducati cento.
[La scultura fu spostata per l’allargamento di via Cerretani a metà ottocento. È visibile, all’angolo con via Zannetti, una copia dell’originale].

A 8 dicembre 1589. Fu posta per la prima volta l’orazione delle Quarantore e fu in duomo per mano del cardinale Alessandro de’ Medici arcivescovo di Firenze [poi papa Leone XI, † 1605]”.

Paola Ircani Menichini, 8 novembre 2024. Tutti i diritti riservati.




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